Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Siria-nei-raid-degli-Stati-Uniti-contro-Isis-ucciso-anche-leader-di-al-Nusra-747180b5-5477-4670-8f9b-64222a15779d.html | rainews/live/ | true
MONDO

Seconda pioggia di bombe nella notte

Siria, nei raid degli Stati Uniti contro l'Isis ucciso anche leader di al Nusra

Secondo una Ong sarebbero una settantina i jihadisti morti nel corso della giornata di ieri: tra loro anche Abu Yousef Al Turki, uno dei massimi esponenti del gruppo siriano legato ad al Qaeda. Obama: “La lotta contro l'Isis non riguarda solo l'America. Sventato complotto contro Usa e nostri alleati"

Condividi
Iniziati i raid Usa in Siria (Ansa)
Nei raid aerei condotti nelle ultime ore in Siria sarebbe rimasto ucciso anche il leader del Fronte al Nusra, Abu Yousef Al Turki. Tra i jihadisti morti nella giornata di martedì, una settantina secondo una Ong, ci sarebbe dunque anche uno dei massimi esponenti del gruppo siriano legato ad al Qaeda. A renderlo noto, secondo quanto riporta la Cnn, un tweet con una dichiarazione dello steso gruppo al Nusra, che posterebbe anche una foto che prova la morte.
 
Obama: “Sventato complotto contro Usa e alleati”
L’offensiva degli Stati Uniti, scattata a poche ore dall’alba di martedì, ha preso di mira decine di obiettivi, compresi centri di addestramento, quartier generali di combattenti sunniti e accampamento di truppe. “La lotta contro l'Isis non è una guerra che riguarda solo l'America", ha dichiarato il presidente statunitense Barack Obama, annunciando che "abbiamo sventato un complotto di al Qaeda in Siria contro gli Stati Uniti e i nostri alleati" e spiegando i raid sono stati condotti  per mettere in chiaro che "non tollereremo che ci siano rifugi per i terroristi che minacciano la nostra gente". Al piano partecipano anche alcuni Paesi arabi: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Bahrain. Il Qatar ha invece un ruolo di supporto.

I raid continuano
Le operazioni militari proseguono. Nella notte, a quasi 24 ore di distanza dalla precedente, ha preso il via una nuova ondata di raid. Sulle postazioni dei jihadisti è stata sganciata un'altra pioggia di bombe. In particolare i bombardamenti hanno interessato la zona Sud-Est di Raqqa, città roccaforte dei miliziani.

Damasco: "Informati dei raid". La Casa Bianca smentisce
Il governo siriano non si è opposto ai bombardamenti, anzi ha dichiarato che Washington ha informato l'inviato Onu in Siria prima di iniziare i raid. Con un comunicato, il governo di Assad ha fatto poi sapere di "sostenere tutti gli sforzi internazionali contro i jihadisti", e lo stesso presidente siriano dalla tv di Stato ha dichiarato che "la Siria sostiene ogni sforzo internazionale per combattere il terrorismo". Dalla  Casa Bianca la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Jennifer Psaki, ha però sottolineato che la Siria non è stata informata dei raid e non è stato chiesto nessun permesso a Damasco.  
 
I jihadisti: "Risponderemo ai raid"
I jihadisti hanno replicato annunciando l'intenzione di rispondere all'offensiva aerea a guida Usa. In particolare, hanno puntato il dito contro l'Arabia Saudita (culla del wahabismo, l'interpretazione più intransigente dell'islam sunnita e accusata a lungo di aver sostenuto Isis insieme all'Iraq) per aver permesso l'attacco.