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MONDO

8 marzo 2014

Disastro Airbus Germanwings: il precedente del Malaysia MH370, il volo scomparso e mai ritrovato

Tra le ipotesi fatte per spiegare la scomparsa dell'aereo malese, anche quella dell'atto deliberato di uno o dei due piloti. "Era depresso" si disse di uno. Il mistero resta però ancora senza spiegazione

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Era l'8 marzo di un anno fa quando il volo MH370 in volo tra Kuala Lumpur e Pechino scomparve senza lasciare traccia. Abbattutto, dirottato, precipitato, rimasto in volo senza controllo... Nel tentativo di spiegare le ragioni di un disastro che ad oggi è senza una spiegazione ufficiale, si tentarono tutte le strade e si avanzarono molte e diverse ipotesi. E tra questa anche quella che attribuiva ad uno o a entrambi i piloti la responsabilità dei fatti. E, a favore di questa tesi, due dei pochi elementi certi relativi al volo della Malysia: il primo è che i piloti, nell'ultima comunicazione, dissero "tutto ok, buona notte", senza segnalare quindi alcun problema; il secondo è che, nonostante l'aereo abbia continuato a volare per alcune ore dopo la scomparsa dai radar, in quel lasso di tempo non ci fu mai nessuna comunicazione da parte dei piloti.

“Un uomo turbato, smarrito, che viveva in un mondo tutto suo dopo la separazione – raccontavano le cronache pochi giorni dopo la scomparsa del volo MH370 -. E' la descrizione fatta durante gli interrogatori dalla moglie e dalla figlia di Zaharie Ahmahd Shah, il pilota del volo MH370 della Malaysia Airlines precipitato nell'Oceano Indiano con a bordo 239 persone. L'uomo si era da poco separato e già da qualche settimana prima del decollo dell'aereo da Kuala Lumpur si era ritirato come in un guscio. Il Mail on Sunday riporta le parole della moglie Faizah Khanum Mustafa KhanShah. I due, sposati da 30 anni e da poco separati, non avevano ancora fatto alcun passo legale verso il divorzio ma, secondo quanto riferito da un amico pilota al New Zealand Post, Zaharie aveva una nuova relazione con una donna che gli stava dando altri problemi”.

Oltre a questa testimonianza, nei giorni successivi alla scomparsa del volo, a casa del pilota Zaharie Ahmahd Shah, venne ritrovato un simulatore di volo ‘artigianale’ che insospettì gli inquirenti. Ma esaminandolo non venne fuori nessun elemento interessante o che potesse indirizzare le indagini.